Educazione alimentare cucinando con bambini

Uno dei motivi per cui ci siamo avvicinati alla cucina a 4 mani con la piccola G. è sicuramente quello di convincerla ad assaggiare cose diverse. Certo ha contato parecchio anche il fatto che la piccola si ammali spesso e siamo costretti a passare interminabili week end in casa :), ma di sicuro l’educazione alimentare è una delle cose principali.

La nostra pulce infatti ci ha fatto molto preoccupare quando intorno all’anno di età ha smesso completamente di mangiare. Quando dico completamente non esagero, diciamo che è sopravvissuta solo grazie al parmigiano, elemento di cui per 6 mesi si è esclusivamente nutrita e di cui probabilmente il suo corpo è principalmente costituito :). Superata quella crisi (shock da asilo nido possiamo dire con il senno di poi), è comunque rimasta una bambina particolarmente diffidente nei confronti delle novità a tavola. Non ha mangiato solo parmigiano, ma pochi alimenti, molto ripetitivi e semplici per mesi, anzi anni.

Nel tentativo di convincerla a mangiare qualcosa di diverso abbiamo iniziato intorno ai 3 anni (anche qualcosa meno) a coinvolgerla molto nella preparazione dei cibi, cercando di spiegarle cosa facevamo, farlo fare a lei ecc. Devo dire che questa cosa ci ha dato risultati notevoli,  magari vale solo per lei, ma di sicuro con lei ha funzionato. Adesso è molto curiosa, almeno di vedere, toccare e capire i nuovi cibi. Sull’assaggiare ci sono stati e vediamo ancora miglioramenti, anche se siamo lontani dal ancora dal nostro desiderata.

Abbiamo e stiamo insistendo molto sul perchè i cibi di un certo tipo fanno bene (anche se questo forse funziona meglio con bimbi un po’ più grandi) e sul fatto che certe cose associate ad altre stanno bene. Le spieghiamo sempre che gli ingredienti bisogna assaggiarli, per capire come verrà la ricetta finita.

Ed in effetti il cucinare ed assaggiare con la ricetta in progress funziona benissimo, farle mettere le dita nei vari ingredienti, sentirne le consistenze, vedere come si trasformano quando miscelati (colore, profumo, consistenza e sapore) è utilissimo. A furia di mettere le manine dappertutto, prima o poi porta anche qualcosa in bocca 🙂 …Di sicuro l’orgoglio di dire

Qui si sentono le mie manine

L’ha portata ad assaggiare, molto molto di più…e parla spesso di cucina e di ricette più o meno probabili che si inventa lei. Ma questo testimonia che conosce gli ingredienti, li chiama per nome ed ha un’idea delle consistenze….certo sugli abbinamenti plausibili deve ancora lavorare un po’ 🙂

Una cosa che funziona particolarmente bene per convincerla ad assaggiare i cibi nuovi è quella di lavorare con i colori. Ad esempio un discorso che fila è:

Dai assaggia il caco, è dolcissimo, vedrai che ti piace

No! non mi piace!

Ma non lo hai mai assaggiato. Senti, le carote ti piacciono….di che colore sono?

Arancioni

E anche il melone ti piace, e di che colore è?

Arancione

Così come i mandarini, che sono arancioni anche loro. Ed il caco di che colore è?

Arancione….lo assaggio….si mi piace, ma non lo mangio.

Intanto lo ha assaggiato. Smettiamo in questi casi di insistere, lasciamo passare qualche giorno, e torniamo alla carica. Al terzo o quarto assaggio di una cosa che le piace, in genere poi si convince e lo mangia anche. Ovviamente ci sono cose che proprio non le piacciono al primo assaggio e quindi lasciamo perdere, riprovandoci dopo qualche mese.

Ma io la roba verde non la mangio!

Appunto, pare che il verde sia un colore difficile (ho letto) per tutti i bambini…e allora? Si cambia tecnica: un’altra cosa che funziona abbastanza è quella di associare i cibi per altri motivi. Tipo: “queste cose che piacciono a te, piacciono molto anche a papà e non al nonno…tu hai gusti simili al papà. Sai che a papà piace molto anche questo?”.

Spero di aver dato qualche spunto a qualche genitore disperato 🙂 Non aspettatevi miracoli, ma miglioramenti si…ancora oggi comunque alla proposta: che ne dici di una pasta in bianco olio e parmigiano….

Siiii vai….il mio piatto preferito

🙂

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